FRAGILE

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...un fruscìo di foglie sollevato da un venticello timido suonò un ciao, sussurrò un saluto, soffiò un benvenuto.
"accomodatevi, stranieri, fate come a casa vostra, riposate piedi e occhi, per oggi siete nostri ospiti"...

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L'idea di "Fragile" nasce nell'autunno del 2008. Lo scricchiolio delle foglie calpestate, la loro osservazione, il contemplarne la bellezza, mi invitano a riflettere sul concetto di temporaneità, sulla bellezza effimera del tempo sospeso tra vita e morte. In realtà, già da tempo avevo l'abitudine di raccogliere foglie, piccoli gusci ed altri frammenti naturali che tovavo passeggiando nei parchi della mia città.

"voglio cristallizzare questo momento, fermarlo".

Nascono cosi' i "Vortici", movimenti-scultura che simulano l'azione del vento sulle foglie secche; lo scarto si fa opera indossando un abito bianco fatto di polvere di alabastro: bianco, somma di tutti i colori e al tempo stesso non-colore.

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Le idee si rincorrono nella mia mente. Incontro dei vecchi telai da finestra, uso il combustore, ne brucio la superficie, il legno, materia solida, bruciando si alleggerisce, perde consistenza, diventa fragile.

I telai tornano "finestre" senza vetri da lasciare aperte per far entrare la natura, per aprirsi agli altri; spazi che non si possono chiudere per le opere della serie "aereare l'ambiente"...

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...il cammino si fa via via piu' complesso e la strada che inizialmente era pura conservazione, voglia di fermare l'attimo, comincia ad intrecciarsi alle riflessioni sul sociale, sul bisogno e la paura di aprirsi, sulla difficolta' di levarsi la scorza, di mostrarsi nudi.

Dalla frequentazione di una cara amica, sensibile artista della ceramica, nasce una nuova idea: inizio un lavoro di sperimentazione utilizzando bucce di frutta e verdura, gusci di noce, ricci di castagna; non li posso semplicemente rivestire di polvere alabastrina: contrariamente alle foglie secche non sono stabili, provo allora la porcellana, terra nobile che, bruciando a 1200 gradi, carbonizza le scorze conservandone solo le sembianze, l'anima.

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Ecco quindi i "Monumenti", storicamente dedicati ai "grandi", qui celebranti l'importanza della buccia, scarto senza il quale non sarebbe possibile godere della bonta' del frutto, metafora dell'involucro umano nella rappresentazione delle sue fragilita'.

Gia', la fragilita', la condizione precaria di chi potrebbe cadere, riflessa nell'opera "si sta come d'autunno" e di nuovo le foglie che cadono, in un continuo rimando visivo.

Fragile vuol dire "da trattare con cura", fragile e' l'equilibrio naturale che potrebbe rompersi in qualsiasi momento.

Sta a noi saperlo sostenere senza farlo cadere in pezzi.

Cinzia Mauri